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Andrea Mochi Sismondi
Il segno di Ustica
L’eccezionale percorso artistico nato dalla battaglia per la verità
Perché così tanti artisti sentono la necessità di confrontarsi con la strage di Ustica e con la molteplicità di questioni che la vicenda solleva?
Quali sono le caratteristiche di questo particolare fenomeno artistico – unico nel suo genere – che ha prodotto spettacoli innovativi, preziose composizioni poetiche e musicali, straordinarie opere visive e film che hanno formato la coscienza civile di milioni di cittadine e cittadini?
Da quale visione si è sviluppata l’attività propulsiva dell’Associazione Parenti delle Vittime, che da decenni combatte contro menzogne e depistaggi costruendo occasioni di sperimentazione artistica e di evoluzione culturale e politica?
Partendo da queste domande, Andrea Mochi Sismondi incontra le artiste e gli artisti che si sono posti in relazione con la strage per confrontarsi con loro sui diversi approcci che ne hanno contraddistinto il lavoro.
Grazie anche al ricco apparato iconografico e alle conversazioni con studiose e studiosi che hanno approfondito il fenomeno, emerge con nettezza la forza delle opere prodotte, legate da una costellazione di pensieri che rappresenta un contributo originale e incisivo alla riflessione sulla dimensione politica dell’arte e sul suo rapporto con la storia.
Andrea Mochi Sismondi
è autore e direttore artistico del collettivo Ateliersi, all’interno del quale crea, insieme a Fiorenza Menni, progetti animati da un approccio antropologico all’arte e caratterizzati dall’attrazione per l’alterità e dalla sperimentazione di pratiche interdisciplinari.
Mantenendo un focus specifico sulle arti performative, si dedica contestualmente alla cura del programma dell’Atelier Sì – hub per la sperimentazione artistica e culturale nel centro di Bologna – e alla pubblicazione di testi collegati al suo lavoro in teatro.
Nel 2012 esce per Ombre Corte il suo libro Confini Diamanti. Viaggio ai margini d’Europa, ospiti dei rom, dedicato al lungo percorso di ricerca a Šutka, in Macedonia.
Nel 2016 debutta De Facto, opera poetica elettronica di Ateliersi, per la quale conduce un’attenta analisi delle fonti relative alla vicenda di Ustica.
Da quell’esperienza nasce il desiderio di ampliare l’orizzonte di indagine, che lo porta negli anni seguenti ad approfondire il lavoro dell’Associazione Parenti delle Vittime e a proporre un vasto confronto con gli altri artisti e pensatori che hanno lavorato sulla strage.